"La separazione è un'impresa di coppia. Come insieme ci si lega, insieme ci si separa"
(Vittorio Cigoli).
Certo è che la separazione rappresenta sempre un evento doloroso, poichè segna la fine di un'intesa, di un'unione; tanto più se accompagnato da conflitti esasperati e dalla difficoltà di trovare un accordo.
E se poi ci sono dei figli, l'impresa diventa ancora più gravosa.
Non accade di rado, infatti, che alla tutela del loro interesse prevalga invece l'interesse personale e lo "sfruttamento" dei figli come arma contro l'ex-coniuge.
Esistono delle regole da seguire per "separarsi bene"?
Forse delle proprie e vere regole no, ma dei buoni consigli da prendere in considerazione può darceli chi, quotidianamente, nel proprio lavoro, ha a che fare con coppie in fase di separazione.
Abbiamo chiesto un parere su come affrontare al meglio questa delicata fase a quattro esperte: la mediatrice e consulente legale Fabrizia Turconi, la psicologa e mediatrice familiare Chiara Borghi, la psicologa Roberta Venieri e la psicoterapeuta Chiara Pagani.
La differenza tra separazione consensuale e giudiziale
Chi decide di affrontare una separazione si ritrova a dover avviare una procedura legale.
Chiediamo alla dottoressa Turconi qual è l'iter da seguire:
"Innanzitutto c'è da fare una distinzione tra la separazione consensuale e separazione giudiziale.
Nel primo caso sussiste un accordo comune tra i coniugi diretto a regolare i rapporti patrimoniali tra gli stessi, l'affidamento, il diritto di visita nonché il mantenimento della prole, l'eventuale mantenimento del coniuge debole e infine, nel caso, l'assegnazione della casa coniugale.
Gli stessi depositeranno quindi un ricorso al tribunale a seguito del quale verrà fissata un'udienza per la comparizione degli stessi nella la quale il Presidente del Tribunale, esperito il tentativo di conciliazione, darà atto nel verbale del consenso dei coniugi alla separazione e delle condizioni dagli stessi stabilite. La separazione consensuale acquista efficacia in seguito alla successiva omologazione del Tribunale.
Questa è di sicuro la soluzione più vantaggiosa: oltre a individuare clausole e accordi strutturate sulle necessità della coppia è anche abbastanza sbrigativa, poichè si risolve nel giro di pochi mesi
Purtroppo però più spesso accade che prevalgano rancori, questioni di principio e desiderio di rivalsa: in questo caso una separazione consensuale è impensabile e spesso su ricorso di uno dei coniugi si istaura il procedimento contenzioso della separazione giudiziale.
Nel caso della separazione giudiziale è sempre necessaria la presenza di un avvocato, ma se per la separazione consensuale poteva essere unico per entrambi i coniugi, in questo caso dovrà essere diverso per ciascun coniuge.
Anche in questo caso il Presidente del tribunale fisserà una prima udienza in cui verrà tentata una riconciliazione.
Se questa non riesce, il Presidente del Tribunale autorizzerà i coniugi a vivere separatamente e adotterà i provvedimenti temporanei e urgenti che reputa opportuni relativamente all'affidamento dei figli, all'assegnazione della casa coniugale e all'eventuale assegno di mantenimento.
Infine, nominerà un giudice istruttore davanti al quale si svolgerà una vera e propria causa civile, al termine della quale verrà emessa la sentenza di separazione".
Ovviamente tale procedura prevede una decisa dilatazione dei tempi e costi sicuramente più alti.
L'importanza della mediazione familiare
Che cosa si intende per "mediazione familiare"? Quali i suoi vantaggi?
Risponde la dottoressa Chiara Borghi:
"La mediazione familiare è un percorso alternativo alla lite e al conflitto: è costituito da una serie di sedute (8/10 incontri), nelle quali il mediatore aiuta i coniugi a riorganizzarsi in vista della separazione o del divorzio.
Il mediatore è un esperto che non dà consigli alla coppia, ma aiuta al dialogo e all'identificazione dei problemi concreti che occorre affrontare in questa fase: l'affidamento dei figli, i turni di cura, l'assegno di mantenimento... e a realizzare un programma di accordi comune.
In mediazione si ricerca la soluzione ragionevole per entrambi e si rivela più utile soprattutto per le coppie che hanno figli: non bisogna scordare, infatti, che sebbene il rapporto coniugale stia cessando, il rapporto genitori e figlio continuerà anche nel futuro.
I vantaggi della mediazione sono molteplici: entrambi i genitori verranno tutelati nella loro funzione genitoriale, poiché il mediatore familiare è un "terzo neutrale" alla coppia; miglioreranno le comunicazioni tra i coniugi e insieme prenderanno le decisioni riguardanti i figli; si ridurranno i conflitti; ci sarà un notevole risparmio di costi e di tempo.
Il mediatore aiuterà la coppia in un dialogo costruttivo, restando imparziale e garantendo la riservatezza e la privacy personale".
Una situazione difficile da affrontare
Gestire emotivamente una separazione non è facile, spesso i sensi di colpa per la fine della relazione e il dolore inevitabile arrecato ai figli si portano con sé per anni.
La psicologa Roberta Venieri interviene sull'argomento:
"Le cause di una separazione sono innumerevoli; tra queste, possiamo citare la mancanza di dialogo nella coppia, la paura di affrontare i cambiamenti all'interno del rapporto dovuti anche alla vita sociale, il dare per scontato l'altro e le sue reazioni, il non mettersi in discussione, lo stress lavorativo e il timore stesso di affrontare subito le difficoltà che ogni relazione porta con sè, rimandando sempre più e accumulando frustrazione.
Spesso, infatti, si soffre per il comportamento dell'altro e la paura di perderlo ci spinge a chiuderci nel silenzio senza affrontare direttamente il problema: ma è proprio il silenzio che allontana i coniugi.
Ma ancora ci può essere semplicemente la fine dell'amore che ha tenuto insieme la coppia, o l'idealizzazione della vita a due che nella realtà dei fatti delude.
Come psicologa incontro quotidianamente persone che si rivolgono a me per risolvere disagi vissuti nel contesto di coppia: nelle sedute non si consiglia mai una separazione, si accompagna la persona in un percorso di riscoperta del sé, dei suoi bisogni e di tutto quello che può aiutarla a star meglio con se stessa e all'interno del rapporto, consigliando di non prendere decisioni nell'immediato, ma con calma,a mente lucida, favorendo la presa di responsabilità di ogni scelta.
Spesso madri e padri, invece, giungono per chiedere una consulenza psicologica nei confronti dei figli e solo dopo si rendono conto di aver bisogno di aiuto anche loro: è importante trovare soluzioni che tutelino il bambino! Di sicuro due genitori che si separano civilmente, pensando prima al bene del figlio, senza ripicche e che si mettano in gioco per superare "il senso di colpa" e la frustrazione che la fine del rapporto porta, sono sicuramente sulla buona strada per tutelare i figli.
Come comportarsi con i figli?
Quando si affronta una separazione e si hanno dei figli, uno dei problemi più grandi è quello di come gestire la situazione con loro: come comunicargli la decisione, come comportarsi affinchè non risulti per loro troppo traumatico?
In merito, la dottoressa Chiara Pagani, offre alcuni utili consigli:
"La separazione tra i genitori è considerata uno tra gli eventi di vita più stressanti per un bambino. Diventa perciò importante aiutare i genitori a mantenere la propria responsabilità genitoriale anche se non sono più una coppia (non esiste una ex mamma o un ex papà).
È fondamentale comunicare ai figli la decisione di separarsi, ma solo quando i coniugi ne sono sicuri. Consiglio di farlo insieme, creando un momento adatto, senza fretta e usando parole adeguate all'età dei figli. Andrebbe spiegato loro che non hanno nessuna responsabilità circa questa decisione e che essa è definitiva, non influenzata dal loro comportamento.
I figli, purtroppo, affronteranno comunque un dolore.
Per loro sarà difficile da accettare, magari reagiranno chiudendosi oppure con esplosioni di rabbia. Generalmente si assiste anche ad un calo del rendimento scolastico e all'insorgere di qualche disturbo fisico. In queste fasi iniziali i bambini sono comprensibilmente disorientati e vedono "andare in pezzi" il loro mondo affettivo: compito dei genitori sarà di sostenerli e aiutarli ad accettare la situazione con gradualità e tatto, rassicurandoli sul fatto di essere amati e offrendo loro tutto l'ascolto di cui hanno bisogno.
Invito anche i genitori a non litigare, a non svalutare o denigrare l'ex coniuge alla presenza dei bambini, a evitare di usare i minori per avere informazioni sull'ex.
E' fondamentale poi, mantenere il più possibile coerenza educativa, regole, spazi e abitudini dei bambini, garantendo regolarità di visita e date certe per trascorrere del tempo con il genitore non affidatario; è auspicabile che i genitori prendano insieme le decisioni più importanti in merito ai bambini (scuola, salute, tempo libero) e che siano entrambi presenti nei momenti più significativi della loro vita.
Infine, consiglio di presentare il nuovo partner ai figli in maniera graduale e con delicatezza, rispettandone i tempi: spesso, infatti , per i bambini, incontrare il nuovo compagno o la nuova compagna coincide con il crollo dell'illusione che mamma e papà tornino insieme."